Torre di Marceddi

Argomenti :
Patrimonio culturale
Turismo
Indirizzo Str. 6 Ovest, Terralba OR, Italia
Orari di apertura Sempre aperto
Punti di contatto
Cap 09098
Modalità di accesso

Ingresso non accessibile in sedia a rotelle.

La torre (1580) faceva parte del sistema difensivo del Golfo di Oristano, progettato da Don Marcantonio Camos (governatore d’Iglesias) per Re Filippo II di Spagna, a causa delle continue incursioni saracene. Denominata dai locali Torre Vecchia per distinguerla dall’antistante Torre Nuova. È una torre di medie dimensioni (alta circa 9 m) per la difesa leggera, in pietra basaltica era dotata di: due cannoni (scomparsi) nella terrazza soprastante (detta piazza d’armi); di un mortaretto e due fucili; infine

presidiata da un alcade, un artigliere o dei soldati pagati dalla signoria locale o dai commercianti del territorio. L’accesso avveniva da una porta sopraelevata alla quale si accedeva mediante una scala, che poteva essere ritirata in caso di attacco. L’interno era costituito da un ampio salone con volta a tholos, al di sotto del quale vi era una cisterna impermeabilizzata a cocciopesto, essenziale durante i mesi estivi o in caso di assedio. Al di sopra vi era la terrazza dov’era sempre presente il braciere, utile per le segnalazioni alle torri vicine in caso di pericolo. Durante la II Guerra Mondiale fu modificata, subendo delle trasformazioni quali lo svuotamento del basamento della torre con la creazione di un ingresso al piano terra, protetto da un muro; la costruzione del fortino al suo fianco, al di sopra di rovine precedentemente esistenti e ad essa collegata.

TORRE DI MARCEDDI’ RIAPERTURA A SEGUITO DEI LAVORI DI RESTAURO E RIQUALIFICAZIONE

Il Comune di Terralba e la Fondazione Medsea hanno programmato e realizzato un importante intervento di restauro e riqualificazione della Torre di Marceddi’, simbolo del territorio e dello stesso Comune.

La Torre realizzata nella seconda metà del 1500, dopo mesi di restauro, tornerà a essere una viva presenza fra le bellezze che popolano il golfo di Oristano. A partire da giugno 2020, infatti, la Torre è stata sottoposta a dei lavori di valorizzazione e di restauro conservativo, seguendo un progetto finanziato dalla Fondazione Medsea e dal Comune di Terralba, dopo che l’immobile, di proprietà del demanio, era stato dato in concessione allo stesso comune.

Medsea, fondazione impegnata nella tutela degli ecosistemi marino costieri in Sardegna e nel Mediterraneo, preso in consegna il sito, ha affidato agli architetti Pier Paolo Perra e Maria Franca Perra la progettazione e direzione lavori e alla ditta C.G.P la realizzazione dell’intervento. Il restauro, durato complessivamente 10 settimane, ha permesso il risanamento dell’immobile dalle cause di degrado, e in minima parte il rifacimento di parti mancanti, mantenendo quanto più possibile inalterati i segni e gli effetti del tempo e dei ripristini che l’edificio ha subito nel corso della storia. In questi mesi è stato completato l’allestimento interno a cura dello studio Casciu Rango Architetti che ha curato gli arredi.

Nuova vita della Torre

Oggi l’intervento di restauro porterà la torre a diventare un osservatorio delle importantissime zone umide circostanti, protette dalla convenzione di Ramsar, oltre che un luogo di attrazione per i turisti, appassionati e studiosi delle zone umide. Al piano terra saranno ospitati un archivio e una mostra che racconta la storia della torre, mentre al primo piano sarà allestito un osservatorio del paesaggio delle Zone Umide circostanti, uno spazio di contemplazione con tre sedute per osservare gli elementi cielo, acqua e terra, in corrispondenza delle finestrelle della struttura. La terrazza che in passato ospitava i bracieri utili alla segnalazione di pericolo è stata configurata come punto di osservazione dell’avifauna e delle “terre d’acqua” circostanti. La realizzazione dell’impianto fotovoltaico garantirà l'accumulo di energia elettrica necessario per gli utilizzi interni alla torre.

Indietro nel tempo

Chiamata dai locali “Turri Eccia”, è stata costruita tra il 1578 e il 1584 dall’allora re spagnolo Alfonso d’Aragona per difendere i traffici e le coste dagli attacchi dei Saraceni. Con la sua imponente struttura e grazie ad un elaborato sistema di comunicazione con le altre torri costiere del territorio, costituiva un perfetto sistema difensivo per il Golfo di Oristano.

Durante il secondo conflitto mondiale collegato alla torre venne costruito il bunker antiaereo e il “nido” di mitragliatrice, conservati sino ai giorni nostri.

L’inaugurazione

Considerato che i lavori sono stati conclusi, e che la Torre piò essere finalmente riaperta e restituita alla collettività l’Amministrazione Comunale intende celebrare la sua riapertura con un evento di “inaugurazione”, previsto, in sito , che si svolgerà nel rispetto delle vigenti norme anti-Covid.

Alla serata interverranno il Sindaco Sandro Pili, il presidente della fondazione MEDSEA Alessio Satta e l’Architetto Pier Paolo Perra. Parteciperanno il Prefetto e altre autorità, nonché le associazioni locali e gli allievi della Scuola Civica di Musica di Terralba, che, dopo la benedizione impartita dai parroci delle Parrocchie di Terralba, accompagneranno l’evento, in musica.

Per consentire la massima partecipazione, anche se virtuale, l’evento verrà trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook istituzionale del Sindaco di Terralba Sandro Pili, e condivisa dalla pagina Facebook “Vivere Terralba – Progetto Dinamismo e Cultura” dei ragazzi del Servizio Civile Universale.

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